Dinamovie presenta:“Venanzio Revolt, i miei primi 80 anni di cinema”


Salvino Cavallaro – Nel campo della cinematografia italiana, così come in altri settori artistici, ci sono personaggi che per bravura professionale meriterebbero maggiore attenzione. Fabrizio Dividi, Marta Evangelisti e Vincenzo Greco sono l’esempio eclatante di quanto abbiamo appena detto. Amanti dell’arte cinematografica in senso generale, i tre amici sono in grado di mangiare “pane e cinema”e fornire prodotti di assoluta qualità artistica. Così, insieme, e di comune accordo, decidono nel 2009 di formare l’associazione culturale Dinamovie che si propone un serio progetto di unione professionale, al fine di creare e distribuire audiovisivi. Nel 2010, Dividi, Evangelisti e Greco conoscono la prima notorietà cinematografica, dopo aver vinto il 1° Premio come Miglior Cortometraggio a Piemonte Movie, con “Linda – uno spot contro il silenzio. Sempre in quell’anno il Corto fu presentato anche a Milazzo Film Festival, riscuotendo un notevole successo di pubblico e di critica, mentre vinse il primo premio come miglior documentario sociale al “Video Festival Imperia e Borgonovo Film Festival”. E dopo aver riportato alla memoria collettiva la pagina oscura del cinema Statuto di Torino con il documentario “Sale per la Capra”, Dinamovie torna a occuparsi di cinema, omaggiando uno dei suoi più significativi e poliedrici protagonisti: Venanzio Revolt, (anagramma di Lorenzo Ventavoli, titolo del primo documentario) ovvero un racconto lungo 80 anni, tra cinema, teatro e storia torinese. Entrato al cinema da bambino nella sala gestita da suo padre, Lorenzo Ventavoli nato nel 1922, non è mai più uscito per aver coperto ruoli di esercente, distributore, produttore, scrittore, e all’occorrenza anche da interprete. Lorenzo Ventavoli è un personaggio che ha dato un notevole apporto allo sviluppo dell’industria cinematografica nazionale, anche se è poco conosciuto oltre i confini piemontesi. Egli, infatti, stimolato dall’amico di sempre e critico cinematografico Steve Della Casa, ha rievocato la sua vita tra i riflessi di quella Torino sabauda che alle origini della cinematografia era all’avanguardia europea. Alla figura di Ventavoli, dunque, è dedicato “I miei primi 80 anni di cinema”, il documentario presentato a Torino lo scorso 9 marzo, diretto da Fabrizio Dividi, Marta Evangelisti e Vincenzo Greco, ovvero l’anima dell’associazione culturale Dinamovie. I tre registi sono stati abili nella ricerca di una memoria storica cinematografica che rende omaggio a Venanzio Revolt. Un’opera in cui emerge il ritratto di un uomo che con i suoi ricordi e i suoi tanti aneddoti, è stato capace di raccontare la storia del cinema e della sua fruizione. E’ il tratto sommesso ed esaustivo, in cui i tre registi riescono a cogliere l’uomo nella sua interezza e voglia di fare. Attraverso Bergman o Woody Allen, riscopriamo il significato di quell’andare al cinema ai tempi di guerra e anche dopo. Una cartolina in bianco e nero che nonostante il tempo trascorso e le migliorie tecnologiche, ci parla di un cinema che è storia, arte e cultura. Ricordi che scorrono dolcemente, proprio come il lento fluire delle acque del Po, tra le cui sponde il protagonista era solito fare canottaggio. La vera passione di Lorenzo Ventavoli, che si staglia sullo sfondo dolcemente autunnale, che i tre registi hanno colto in una giornata luminosa, come la straordinaria fotografia di quell’angolo romantico di una Torino nobile e aristocratica, che fu la prima capitale d’Italia. Un quadretto enfatizzato dalla voce narrante di Nanni Moretti, che recita alcuni spezzoni di libri scritti dallo stesso Ventavoli. Dunque, una cinematografia “breve” e documentaristica di raro trasporto emotivo.

  

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